SMART CONTRACT E DIRITTO D’IMPRESA

smart contract

Avete mai sentito parlare degli smart contract? La nomenclatura può fuorviare. Infatti, non si tratta di contratti digitali, bensì di veri e propri protocolli informatici basati sulla tecnologia blockchain. Da un punto di vista giuridico non hanno ancora una qualificazione univoca. Oggi proviamo a conoscere insieme questo argomento, utile soprattutto ad aziende e titolari di e-commerce.

Smart contract e contratto tradizionale

Gli smart contract per certi aspetti possono essere considerati come dei contratti tradizionali, oppure come dei mezzi di esecuzione del contratto. 

La definizione normativa di smart contract è contenuta nell’art. 8-ter decreto semplificazioni 2019, ai sensi del quale “si definisce “smart contract” un programma per elaboratore che opera su tecnologie basate su registri distribuiti e la cui esecuzione vincola automaticamente due o più parti sulla base di effetti predefiniti dalle stesse. Gli smart contract soddisfano il requisito della forma scritta previa identificazione informatica delle parti interessate, attraverso un processo avente i requisiti fissati dall’Agenzia per l’Italia digitale con linee guida da adottare entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto”. 

Purtroppo ancora si deve fare chiarezza sull’argomento. Quello che per adesso possiamo dire di questi protocolli informatici è che taluni hanno ritenuto gli smart contract come assimilabili ad un tertium genus contrattuale, in cui il contratto verrebbe a concludersi non per effetto dello scambio di volontà tra le parti o della consegna della cosa, bensì per mezzo della validazione diffusa dell’operazione da parte dei nodi della blockchain.

Cos’è la blockchain?

Letteralmente significa “catena di blocchi”. Si tratta di una rete informatica che gestisce in maniera univoca e sicura un registro pubblico composto da dati e informazioni. 

Nella pratica, la tecnologia blockchain può agevolare e rendere più sicuro il controllo degli scambi commerciali e dei pagamenti. Ed infatti, la blockchain consente di dare vita ad un registro di regola immodificabile e inalterabile, che tiene traccia di tutte le transazioni concluse e contenute ciascun blocco.

In questo contesto si vanno ad inserire gli smart contract, che, secondo taluni studiosi, risulterebbero composti da una parte informatica e una giuridica. Per alcuni, viste queste loro caratteristiche, gli smart contracts potrebbero essere inseriti nella categoria dei contratti cibernetici.

I contratti cibernetici sono quei contratti in cui un “agente software” interferisce autonomamente nella fase di formazione del contratto. Tramite questo agente gli smart contract possono essere eseguiti in automatico una volta che vengono inseriti nella blockchain.

Smart contract e principio consensualistico

Abbiamo visto che gli smart contract eseguono in modo più o meno automatico i comandi di chi li programma. Si auto-eseguono, ma non si auto-concludono. 

Infatti, anche nello smart contract sono le parti a doversi accordare sul contenuto del contratto e, dunque, sugli effetti che dovranno prodursi al momento della sua esecuzione.

Ma cosa dice la normativa in merito? Il secondo comma dell’art.8-ter del Decreto Semplificazioni 2019 sembra affermare che il contratto avrebbe forza di legge fra le parti solo dal momento della sua esecuzione. 

Come funziona?

Le fasi di stipula dello smart contract sono le seguenti. Punto primo: l’accordo tra le parti. Due parti stipulano un vero e proprio contratto, il cui contenuto viene tradotto in linguaggio informatico e trascritto sulla blockchain.

Per capirci meglio, mettiamo che due parti si accordino stipulando una polizza assicurativa. Clausole particolari, come le condizioni e gli effetti desiderati in merito al rimborso all’assicurato, verranno descritti all’interno dello smart contract e, al verificarsi delle condizioni indicate, il rimborso potrà, ad esempio, essere automatizzato.

Quando uno smart contract viene trascritto all’interno della blockchain si innesca un meccanismo di verifica del contratto. Una volta verificati i dettagli, lo smart contract viene reso esecutivo dall’insieme dei partecipanti sulla base dei parametri concordati. 

Il blocco, il mining e la catena

La rete dei dispositivi interconnessi garantisce il mantenimento, l’accessibilità e il corretto aggiornamento del registro condiviso, denominato ledger. Lo smart contract entra a far parte di un blocco, identificato con un codice hash. Questo codice viene validato dai partecipanti alla blockchain.

Il meccanismo che va a validare il contenuto dello smart contract stipulato viene definito proof-of-work (POW). Consiste nel creare un enigma matematico connesso al codice del blocco la cui soluzione deve essere trovata da colui che viene definito “miner” (minatore).

Il miner è quindi colui che trova la soluzione, registra il contratto e ottiene una remunerazione da chi sottoscrive il contratto. Una volta che il blocco è stato risolto e registrato viene inserito in una catena immutabile e certificata. Lo smart contract è ufficialmente presente sulla piattaforma blockchain e non può essere modificato.

L’oracolo e l'esecuzione

Una cosa importante da sapere sulla blockchain è che non può accedere a dati esterni alla rete. Su questo interviene un nuovo elemento: l’oracolo. Si tratta di un agente terzo - spesso un’applicazione - che informa lo smart contract appena la condizione esterna si verifica. 

Un esempio sono le stipule di contratto legate alla compravendita di voli nazionali ed internazionali. Il contratto implica che l’utente possa volare su una determinata tratta. Se però il volo è in ritardo, al contribuente spetta un rimborso. Per controllare e rendere ufficiale il rimborso, lo smart contract deve essere informato sul perché le condizioni contrattuali sono venute meno (nel caso del volo, un ritardo o una cancellazione).

Ricevuto l’input dall’oracolo scatta in automatico la clausola “if/then” scritta in linguaggio informatico. Lo smart contract tra le parti si autoesegue.

In conclusione

Usufruire di questi protocolli informatici significa dare valore e creare le condizioni adatte alla risoluzione di problemi tra due parti che si accordano per realizzare un progetto.

Lo smart contract aiuta i titolari d’azienda a tutelarsi e viceversa tutela i consumatori in caso di mancata fornitura di un servizio o di problemi con un prodotto acquistato. 

Tramite la blockchain tutto viene scritto e registrato telematicamente, il che rende immutabile e certificato l’accordo tra le parti che legalmente hanno gli strumenti alla mano per rivalersi l’uno sull’altro o viceversa nel caso in cui insorgano problemi sull’esecuzione di ciò che viene descritto dal contratto.

Se hai bisogno di saperne di più sull’argomento o sei alla ricerca di una consulenza legale per ottenere un risarcimento, utilizza il form contatti qui sotto per fissare una call conoscitiva gratuita.

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